Bio

Ph Francesca Pagliai
© Alessandra Repossi
Ha iniziato scattando fotografie di paesaggio per riviste su cui, come giornalista, scriveva articoli; le foto di questi servizi sono uscite, tra l'altro, su Gardenia.

Si è formata alla Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) di Milano con Erminio Annunzi e si è dedicata alla fotografia d'arte studiando le opere dei grandi maestri (da Mimmo Jodice a Gabriele Basilico, da Irene Kung a Mario Giacomelli, da Paul Strand a Ansel Adams e altri ancora).

Sta portando avanti un percorso personale di rilettura della realtà attraverso l'obiettivo della macchina fotografica, nel tentativo di far emergere l'essenza nascosta delle cose: sono nati così progetti come Urban Shapes, nel quale cerca di togliere il superfluo alla città per cogliere la vera natura delle forme urbane, rappresentate in dettagli quasi macro, Ipotesi di città, in cui ritrae monumenti e angoli nascosti di Pistoia alla ricerca dell'anima senza tempo dei luoghi, e Un solo grande silenzio, una rilettura dei campi di concentramento di Mauthausen e della Risiera di San Sabba in cui l'orrore delle vicende è evocato dai toni crudi e contrastati delle immagini.
In seguito all'incontro con gli allievi di don Lorenzo Milani è nato il progetto La memoria dei luoghi, una mostra e un volume che, ispirandosi a Un paese di Paul Strand e Cesare Zavattini, vogliono contribuire al recupero e alla diffusione degli insegnamenti del priore di Barbiana attraverso l'immagine.

Ha esposto in numerose collettive e personali e sta lavorando a due volumi e tre mostre personali (per le attività in corso e dettagli su quelle passate, vedi la pagina "Exhibitions").

Nel biennio 2014-2015 ha fatto parte del collettivo Gruppo E.

Ha in permanenza presso l'Archivio don Milani di Montespertoli (Firenze), il portfolio fotografico
La memoria dei luoghi, 16 stampe 35x50 su carta Cotone. Sue immagini sono ospitate in collezioni pubbliche e private.

È anche autrice, traduttrice, giornalista (guarda il sito).